Poesia Atroce

Ecco quel che resta
mio adorato tu che mi bevi
dal nero di mezzanotte
con i corvi fuori
nel canto di martirio
a consumare poi l’Amore.

Farsi incorporei
come gli amanti che venano aria
per ricomporre il mondo
mentre tagli una costola
dal mio corpo
io disegno addi sulle tue vene

Perduti, sparsi, genuflessi
nell’oracolo delle stelle
il tempo va in fiamme
due creature di nebbia
i nostri cuori.

Noi superstiti
che andiamo di sogno in sogno
sprofondiamo attraverso brandelli
di poesia e guerra
verso un’altra ri-nascita.

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